Giuseppe Arcimboldi (Milano 1526 – 1593)
L’Ortolano, Olio su Tavola, 36×24 cm, Museo Civico Ala Ponzone, Cremona
… Nel 1583, Rodolfo II aveva spostato la corte del Sacro Romano Impero da Vienna a Praga. Nel mezzo di un’Europa scossa da turbolenze politiche e religiose, Rodolfo si era costruito la sua città ideale, libera, cosmopolita, sontuosa, dove aveva chiamato a raccolta artisti, scienziati e uomini colti provenienti da ogni dove… In squadra, in qualità di intenditore d’arte, vi era anche il pittore milanese Giuseppe Arcimboldo… Alla corte asburgica Arcimboldo aveva già lavorato per Ferdinando I e Massimiliano II come ritrattista, architetto, scenografo e costumista per i magnifici tornei e le feste in maschera, ingegnere edile e idraulico…Nei suoi dipinti più famosi volti umani caricaturali e quasi grotteschi prendono forma illusionisticamente a partire da composizioni di frutti, fiori e vegetali. Con questa tecnica aveva eseguito più volte dei cicli allegorici delle Stagioni e degli Elementi e alcuni ironici ritratti di personaggi di corte come il Cuoco e l’Ortolano. Visti al dritto, questi due quadri non sembrano altro che delle nature morte molto realistiche, di chiara influenza fiamminga, che raccontano tutta l’abbondanza del regno; ma se si prova a capovolgerli, ecco il rivelarsi di fisionomie umane popolaresche e ruvide. La ciotola colma di ortaggi diventa il copricapo dell’Ortolano, la grossa cipolla una guancia rubizza, i funghi un paio di labbra carnose. . Dopo la sua morte nel 1593, la fama e il consenso di cui Arcimboldo aveva goduto in vita si attenuarono e nei secoli a venire fu considerato un manierista originale ma di poco spessore. Saranno i Surrealisti a riscoprire tutto il fascino, l’immaginario, il gioco e il gusto di questo straordinario pittore. (Ilaria Iannuzzi)