Felice BOSELLI (1650-1732)
Dispensa con Ortaggi, Funghi, Selvaggina, Testa di Vitello e Civetta, Olio su Tela, 139 x 164 cm, Galleria Nazionale, Parma
Felice Boselli (Piacenza, 1650–Parma, 1732) fu tra i protagonisti della natura morta nord-italiana tra il XVII e il XVIII secolo. Le sue composizioni molto elaborate e scenografiche mostrano abitualmente una profusione di frutta e animali. L’abbondanza che illustra Boselli è quella delle dispense e cioè pavimenti in terra battuta, gradoni in pietra o in terra per disporre volatili e ortaggi, uncini cui appendere cacciagione e pollame o quarti di macelleria, orci in terraglia per la conservazione del vino o dell’olio, voltoni in pietra con finestre aperte per far circolare l’aria, paesaggi padani in lontananza, il gatto di casa che fa capolino. Dai campi arati e lavorati arrivano le rape e le cipolle, dall’orto e dal frutteto i sedani e i limoni e le mele, dall’allevamento il pollame il vitello e il maiale, e attraverso la trasformazione del latte il parmigiano (così vero, così locale), dalla caccia, diletto privilegiato dall’aristocrazia terriera, le lepri i fagiani le beccacce, Gli alimenti rappresentati da Felice Boselli fanno tutti parte del vocabolario alimentare padano e sono collegati a elementi beneauguranti di fecondità come la colomba e il porcellino d’india che si muove tra le vivande incurante del gatto, tradizionale sigla del pittore. Questa ostentazione di cibi era destinata soprattutto a rallegrare le sale del banchetto e del convivio dei castelli del ducato – la Rocca dei Sanvitale a Fontanellato e dei Meli Lupi a Soragna – mettendo in mostra la qualità delle mense e la fecondità delle terre.